Le fobie del cane: causa della paura e come aiutarli?

Le fobie del cane: causa della paura e come aiutarli?


Paura e fobia

Il cane è un animale molto sensibile, in grado di provare sentimenti e di reagire agli stimoli da essi provocati. La paura è uno degli stimoli ancestrali, che ogni essere vivente ha provato almeno una volta nella vita. Si tratta di un meccanismo di difesa utile alla sopravvivenza: si ha paura di ciò che non si conosce, di fronte ad una minaccia. Di per sé questo sentimento non è affatto negativo, anzi: stimola la cautela, la riflessione, ed il problem solving.

Quando tuttavia la paura diventa un sentimento che pervade ogni momento della quotidianità, può diventare un serio problema. Le fobie infatti, sia che siano scatenate da un evento particolare, sia che siano generalizzate, rendono difficile compiere qualunque azione, portando a reazioni che peggiorano la situazione, come fuga o aggressività. Insomma, per distinguere possiamo dire che:

  • la paura è un sentimento assolutamente funzionale, e la risposta del cane alla paura ha scopo adattivo
  • la fobia è un sentimento irrazionale, al quale il cane risponde con azioni istintive che non hanno nessuna funzione adattiva

Principali cause di paure e fobie

Sono ovviamente innumerevoli le situazioni che possono spaventare il cane, così come variabili e soggettive sono le risposte di animali diversi allo stesso stimolo.

  • Cause precise (rumori, immagini, scale, salire in auto, ecc). I casi più semplici sono quelli nei quali il cane mostra paure circostanziate e non riconducibili a eventi traumatici. Se si comprende con precisione la causa dei timori, sarà più facile lavorare con l’animale per aiutarlo a eliminare la paura o a gestirla al meglio.
  • Paura generalizzata. A volte il cane può essere così timoroso da generalizzare le sue paure, esordendo con comportamenti inappropriati per le più disparate ed imprevedibili ragioni. Un animale con una problematica così ampia è certamente più difficile da gestire, poiché non è possibile agire su tutti gli stimoli contemporaneamente. E’ necessario avvalersi dell’aiuto del veterinario e di un esperto di comportamento, in modo da lavorare affinché il cane raggiunga una qualità della vita almeno discreta.
  • Fobia post-traumatica. Un animale che ha vissuto un trauma, ne porterà i segni per il resto della vita, trasformando il suo vissuto negativo in una vera e propria fobia. E’ ad esempio il caso dei cani che presentano fobia sociale dopo essere stati maltrattati o abbadonati, oppure di quelli terrorizzati dalle auto dopo essere stati investiti. Lavorare con questi soggetti è certamente molto impegnativo, ma se si riesce a costruire un solido rapporto di fiducia è probabile che la situazione migliori notevolmente.
  • Deprivazione. Un cane che nelle prime settimane di vita non sia stato adeguatamente socializzato, e non abbia avuto la possibilità di apprendere dalla madre come esplorare, svilupperà una serie di timori e reazioni inadeguate difficili da eradicare. La mancanza di stimoli adeguati alla crescita del cucciolo infatti provocherà danni spesso irreversibili alle capacità del cane di vivere nel mondo esterno.

Comportamento del cane fobico

Così come le cose di cui aver paura sono molteplici, anche le possibili risposte dell’animale hanno diverse manifestazioni:

  • Fuga. La risposta più comune è la fuga, spesso improvvisa, velocissima e non prevedibile. La pericolosità di questo genere di risposta sta nel fatto che un animale fobico fugge in preda al panico, senza curarsi di null’altro se non dell’allontanarsi da ciò che lo spaventa. E’ quindi facile per un cane terrorizzato non curarsi della strada, delle macchine o di altri pericoli così frequenti in città.
  • Freezing. La modalità di freezing è tipica delle prede che si immobilizzano per non essere individuate. Il cane si ritrae e si accovaccia, irrigidendosi e bloccandosi totalmente. Anche in questo caso la risposta potrebbe dare origine a spiacevoli incidenti, ad esempio se l’animale adotta questa modalità per un forte spavento nelle vicinanze del traffico.
  • Aggressività. La reazione aggressiva sopraggiunge quando l’animale vorrebbe tendere alla fuga, ma per qualunque ragione non riesce a farlo: in uno spazio angusto ad esempio, o se è immobilizzato (legato, o tenuto fermo dal veterinario). Chiaramente questa risposta è particolarmente pericolosa, soprattutto se fa parte di un quadro di comportamenti derivati da fobie, ed è quindi scarsamente prevedibile.

Come comportarsi con un cane pauroso

A seconda della storia dell’animale, della causa scatenante, della reazione che il nostro amico ha quando è (o pensa di essere) in pericolo, è possibile fare qualcosa per aiutarlo. Innanzitutto è importante valutare l’intensità sia della paura che della reazione. Quando possibile sarà sufficiente evitare o limitare l’esposizione del cane alla fonte di stress.Ad esempio, se teme il rumore dell’aspirapolvere potrebbe bastare chiudere le porte ed allontanare l’animale  dalla stanza che stiamo pulendo.

Maggiore è l‘intensità della risposta fobica, più sarà importante trovare il modo di insegnare al cane a gestire le sue ansie, per garantirgli una vita più serena. Ci sono diverse tecniche da metter in atto per aiutare il cane a superare le sue paure.

  • Desensibilizzazione. Si tratta di far conoscere da vicino all’animale lo stimolo che gli provoca la paura, in modo che si abitui ad esso ed impari a conviverci. Nel caso di un rumore, ad esempio, glielo si fa sentire dapprima in lontananza, e gradualmente sempre più vicino o forte, sino a che smette di essere qualcosa da temere, e diventa parte della normalità. Questa operazione chiaramente non è fattibile con tutti gli stimoli: se si può abituare un cane alle auto, ben più difficile sarà farlo abituare al temporale, dato che non è un evento su cui noi abbiamo potere.
  • Rinforzo positivo. Si tratta di insegnare al cane ad associare qualcosa di positivo a qualcosa che lo spaventa. Uno stimolo giocoso, o un boccone ghiotto dati all’animale in presenza del rumore (o del luogo, o della persona) che lo spaventa, lo aiuteranno a collegarlo con qualcosa di piacevole, slegandolo dalla paura. Sarà così più facile per l’animale tollerare la presenza di qualcuno o qualcosa che gli suscita inquietudine.

Queste strategie, accompagnate dalla guida di un esperto educatore, sono spesso in grado di risolvere il problema. E’ necessario che il rapporto tra cane e padrone sia solido e basato sulla fiducia. Tutti e tre (padrone, cane, educatore) dovranno lavorare con pazienza e perseveranza.

Nel caso di traumi o paure moderate, probabilmente si arriverà ad un buon risultato, soprattutto se l’animale ha goduto di una vita serena prima del trauma. Potrà allora farsi forte di una specie di “imprinting” positivo iniziale, che con l’aiuto dell’esperto potrà tornare a galla ed aiutarlo a superare lo choc degli eventi successivi.

La deprivazione

L’animale che non abbia fatto esperienze nei primi due mesi di vita, si trova invece in una condizione molto più grave. L’impossibilità di conoscere il mondo e di testare i suoi limiti, la mancanza dell’insegnamento materno, una socializzazione inadeguata o inesistente, sono condizioni che minano definitivamente le possibilità di sviluppo. In questi casi è possibile agire sul comportamento dell’animale per migliorarne l’adeguatezza, ma difficilmente si riusciranno ad ottenere risultati importanti.

Terapia farmacologica contro le fobie

Nei casi più gravi è possibile ricorrere all’aiuto dei farmaci per combattere le fobie del cane. Il farmaco non andrà ad agire sulle cause della paura, ma ne attenuerà la percezione. Questo aiuterà l’animale a ridurre i comportamenti pericolosi ed inadeguati.

E’ possibile ad esempio ricorrere ai farmaci quando le fobie sono troppo pervasive, o scatenate da stimoli che non è possibile ridurre. Spesso i farmaci risultano un valido aiuto nei casi di deprivazione sensoriale o carenze. Attenzione: i farmaci psicotropi devono assolutamente essere prescritti dal veterinario dopo un’attenta valutazione della situazione. E’ pertanto fondamentale non ricorrere autonomamente al loro utilizzo.