Pulci e zecche, i parassiti di cani e gatti: cosa sapere?
Finalmente è in arrivo la bella stagione, tempo di vita all’aria aperta, passeggiate e scampagnate. Con la primavera però, e ancor più con l’estate, dobbiamo prestare particolare attenzione ai nemici numeri uno dei nostri animali domestici: sono proprio questi infatti i periodi di maggior diffusione di pulci e zecche, piccoli ma fastidiosi parassiti di cani e gatti.
Il loro ciclo vitale raggiunge il suo apice grazie alle temperature miti, che favoriscono l’infestazione e la possibile diffusione di infezioni sia negli animali che , in alcuni casi, nell’uomo.
Conosciamoli meglio ed impariamo come prevenirli e combatterli.
Le pulci
Le pulci sono parassiti di dimensioni estremamente piccole, tuttavia hanno il potere di complicare e rendere difficile la vita sia a noi che ai nostri animali. Sono particolarmente insidiose poiché, anche durante la stagione invernale, trovano nel clima caldo delle nostre case un habitat congeniale alla loro riproduzione, riuscendo quindi a proliferare tutto l’anno.
E’ importante eseguire un trattamento antiparassitario contro le pulci anche sugli animali che non vengono a contatto con il mondo esterno: è infatti possibile che siamo noi stessi a portare nell’ambiente domestico la pulce, con il rischio di instaurare un infinito ciclo di morsi e pruriti fastidiosi per noi e per il nostro cane o gatto.
Le pulci sono una potenziale causa di dermatite allergica (DAP), ed in alcuni casi possono essere portatrici di malattie pericolose trasmissibili anche all’uomo, come l’Emobartonellosi, una forma anemica infettiva.
Leggete ache il nostro approfondimento sulle malattie parassitarie.
Riproduzione ed infestazione da pulce
Come abbiamo visto, se inserite nell’ambiente domestico le pulci possono vivere e quindi attaccare cani e gatti durante tutto l’anno, ma il picco di espansione della sua popolazione si ha all’incirca nel periodo iniziale della stagione primaverile. Il ciclo riproduttivo delle pulci comincia pochi minuti dopo l’infestazione: la femmina infatti è in grado di deporre le uova 24-48 ore dopo il primo pasto di sangue.
A differenza della madre, che “abita” il nostro amico a quattro zampe, le uova non rimangono attaccate all’ospite, ma possono cadere e spargersi in qualunque zona della nostra casa. Il tempo di schiusa delle uova varia da 2 a 5 giorni; le larve si nascondono in zone buie dove crescono nei loro bozzoli, nutrendosi delle feci delle pulci adulte, per continuare indisturbate il loro sviluppo, da larve a pupe a pulci adulte.
Il processo completo dura poco meno di una decina di giorni. A trasformazione compiuta, i parassiti percepiscono dall’interno del loro bozzolo la presenza di un potenziale ospite, attraverso le vibrazioni e le esalazioni di carbonio che esso emana. E’ solo allora che le pulci escono dalla loro “tana” ed infestano a loro volta il malcapitato ospite, accoppiandosi e dando origine ad un nuovo ciclo vitale.
Le zecche
Come le pulci, le zecche possono essere portatrici di malattie anche gravi, causando non pochi danni alla salute degli animali. Una malattia da zecche piuttosto diffusa negli animali è l’Ehrlichiosi, infezione potenzialmente mortale che colpisce le piastrine, o ancora la Rickettsiosi. La malattia di Lyme (o Borreliosi di Lyme) è invece trasmissibile all’uomo, nel quale si manifesta con eruzioni cutanee, febbre, rigidità del collo, dolori muscolari ed astenia.
Riproduzione ed infestazione da zecche
Le zecche prosperano soprattutto negli ambienti miti ed umidi, ma sono resistenti e possono quindi sopravvivere e trovarsi ovunque.
La femmina sceglie in genere zone nascoste e ricche di vegetazione per deporre le uova; a seconda della specie cui appartiene, può deporne da 100 fino a 6000, che si schiuderanno nel giro di due settimane. Le larve così nate si spostano nell’erba, andando alla ricerca del loro primo pasto.
Si attaccano alle zone di pelle di animali o uomini, ed una volta nutritesi a sufficienza è possibile che si stacchino e tornino a vivere nell’ambiente. Tuttavia, perché si compiano i passaggi evolutivi da larva a zecca adulta, è necessario che prima di ogni stadio avvenga un pasto di sangue.
Dopo il primo pasto dunque, le larve mutano in ninfe, e ripartono alla ricerca di un nuovo ospite, per nutrirsi nuovamente e poter evolvere allo stadio successivo. Le ninfe sono di dimensioni molto piccole, difficili da vedere, e proprio per questo particolarmente pericolose: passando inosservate infatti è più facile che siano proprio loro a trasmettere malattie ed infezioni.
Dopo il suo pasto, la ninfa diventa insetto adulto. Nel caso di una femmina, essa rimane sull’ospite nutrendosi del suo sangue per circa 8-12 giorni, aumentando in maniera esponenziale il suo peso originale. Sarà proprio durante questa ultima permanenza sul suo ospite che la zecca si accoppierà, cadendo infine per deporre le uova in un luogo sicuro, da dove avrà origine un nuovo ciclo vitale.
A differenza delle pulci, le zecche possono impiegare moltissimo tempo a completare un intero ciclo: alcuni di questi parassiti infatti sono in grado di sopravvivere perfino anni senza nutrimento!
Prevenzione dei parassiti: I Trattamenti SPOT-ON
In commercio si trovano diverse tipologie di antiparassitari contro pulci e zecche: spot on, collari, spray, compresse… Qualunque sia la nostra scelta, l’importante è non farci mai cogliere impreparati, ed eseguire sui nostri animali un trattamento completo a cadenza mensile.
Durante i mesi invernali è possibile dilazionare i trattamenti, tuttavia sarebbe meglio non interromperli del tutto, proprio per proteggere meglio anche noi stessi e le nostre case, soprattutto dalle pulci.
Vediamo ora un po’ più in dettaglio l’utilizzo dei trattamenti detti “spot-on”, per i quali è particolarmente importante seguire scrupolosamente le istruzioni di utilizzo, pena l’inefficacia del trattamento stesso.
Applicazione: il beccuccio della fialetta deve essere appoggiato direttamente a contatto con la pelle dell’animale, cane o gatto che sia: bisogna quindi spostare il pelo in maniera da rendere la cute visibile e poter agire con precisione. Se stiamo eseguendo il trattamento su di un cane, e si tratta di un animale di taglia grande o medio-grande, è bene distribuire il prodotto in più punti lungo la linea della colonna vertebrale, sempre stando attenti a spostare il pelo per raggiungere la cute. Per quanto riguarda il gatto invece, la somministrazione deve avvenire in un punto unico dietro la nuca.
Funzionamento: il principio attivo degli antiparassitari spot-on è una sostanza che si lega con lo strato di lipidi normalmente presente sulla cute degli animali (per questo è importante che il beccuccio non venga appoggiato sul pelo ma direttamente sulla pelle). E’ in questo modo che il principio attivo può venir assorbito ed entrare in circolo nel sangue diffondendosi su tutta la superficie corporea dell’animale. E’ importantissimo quindi non applicare lo spot-on se abbiamo appena lavato il nostro cane o gatto: le sostanze chimiche contenute nei detergenti infatti sono in grado di rimuovere lo strato lipidico dalla pelle, impedendo di fatto l’assorbimento dell’antiparassitario e vanificandone l’efficacia.
E’ inoltre importantissimo scegliere con cura il prodotto adatto al nostro animale, soprattutto in caso di convivenza tra cane e gatto. Alcuni dei più diffusi antiparassitari spot-on per cani (ad esempio Advantix o Exspot) risultano altamente tossici per i felini, perciò se abbiamo scelto uno di questi per il nostro Fido, dobbiamo prestare attenzione che il gatto non entri a diretto contatto con lui.
Debellare l’infestazionione in corso
Se nonostante la prevenzione ci troviamo di fronte ad una vera e propria infestazione, sia per le pulci che per le zecche la prima cosa da fare è applicare sull’animale l’antiparassitario.
Nel caso delle pulci, se il trattamento è stato eseguito correttamente da meno di sette giorni, è necessario procedere contemporaneamente con la disinfestazione dell’ambiente, ed in seguito eseguire un nuovo trattamento, ma scegliendo un principio attivo differente. Per scongiurare la diffusione di cestoidi (parassiti intestinali veicolati dalle pulci), si può verificarne l’eventuale presenza e, se necessario, procedere anche con un trattamento contro i vermi piatti.
In caso di zecche, ricordiamoci che è sempre meglio aspettare che l’antiparassitario faccia effetto e provochi quindi la caduta spontanea della zecca anziché la sua rimozione manuale. Nel momento del morso, infatti, le zecche introducono il rostro nella pelle dell’animale, con il risultato che spesso quando si cerca di togliere il parassita la parte introdotta sotto la cute si stacca dalla testa e rimane sottopelle, provocando reazioni fastidiose o addirittura infezioni. Se il trattamento antiparassitario è stato eseguito da meno di sette giorni e l’infestazione è massiva, è possibile ricorrere agli appositi bagni medicati, che facilitano la rimozione completa delle zecche, evitando il pericolo che il rostro rimanga nella cute dell’animale.
Ma come fare per togliere le zecche al momento giusto, cioè quando hanno allentato il loro morso a sufficienza da poterle rimuovere completamente? Un’ottima strategia è quella di posare un batuffolo imbevuto di alcool sulla zecca per qualche secondo, poi con una pinzetta afferrare il parassita il più vicino possibile alla pelle dell’animale ed esercitare una trazione decisa ma leggera verso l’esterno, abbastanza forte da staccare la zecca senza tuttavia romperla.
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