Come prendersi cura di un gattino neonato e abbandonato
Può succedere di avere a che fare con un cucciolo piccolissimo, che per qualche motivo è privo della mamma. La gatta potrebbe essere morta poco dopo il parto, oppure la cucciolata essere stata abbandonata.
A volte mamma gatta, soprattutto se la cucciolata è numerosa, sceglie di non prendersi cura di uno dei suoi piccoli, in genere quello che ha meno probabilità di sopravvivere. Cosa possiamo fare per aiutare un micetto appena nato?
Riconoscere l’età
La prima cosa da fare è cercare di capire con più precisione possibile quanti giorni di vita ha il trovatello. Da questo infatti dipendono molti altri fattori, ad esempio gli aspetti della cura su cui dobbiamo concentrarci, o le dosi di latte che dovrebbe assumere. Ad esempio, fino alle due settimane di vita il gattino non ha capacità di regolare autonomamente la temperatura corporea. In questo caso saremo noi a doverci assicurare che sia sempre in un ambiente caldo, preparandogli un rifugio morbido e confortevole. Sinteticamente possiamo dire che:
- Se il cordone ombelicale è ancora attaccato, il gattino avrà non più di due o tre giorni di vita
- Fino ai 7 – 10 giorni, gli occhi saranno ancora chiusi
- Se gli occhi sono aperti e sono comparsi i primi dentini, il micio avrà intorno alle due settimane.
- Il gattino in grado di mangiare da solo ha certamente almeno un mese di vita.
Come nutrire un cucciolo
Come per tutti i mammiferi, il latte materno è quanto di più adatto ci sia per un neonato. I primi giorni le ghiandole della mamma secernono il colostro, una sostanza simile al latte ma molto più concentrata. Nel colostro, oltre agli elementi nutritivi indispensabili per la sopravvivenza del piccolo, sono presenti anticorpi, che proteggono i cuccioli. Prima di tentare di alimentare il micio in altro modo, è bene assicurarsi che la madre non sia disponibile. Accertata la sua assenza, dovremo provvedere al nutrimento del gattino.
- Prima di cominciare, bisogna accertarsi che il piccolo non sia in ipoglicemia. Avvicinando la mano alla sua testa, dovrebbe dare istintivamente dei colpetti, per cercare il capezzolo. Se non ha questa reazione naturale, probabilmente è molto indebolito. Poche gocce di acqua e zucchero lo aiuteranno a recuperare le forze abbastanza da nutrirsi.
- Il gatto di pochi giorni mangia pochissimo. E’ possibile nutrirlo con l’apposito biberon per gattini (reperibile in negozi per animali), o con una siringa senza ago. Nel primo caso, sarà il gattino a succhiare la tettarella, mentre nel secondo bisognerà lasciar cadere nella sua bocca una goccia di latte alla volta.
- Il micio di pochi giorni deve mangiare ogni due o tre ore, anche la notte. Gradualmente mangerà porzioni più abbondanti, aumentando la durata degli intervalli tra i pasti.
- Quando mangia, bisogna tenere il gattino a pancia in giù, per evitare che il latte gli vada di traverso. E’ infatti questa la posizione per lui più naturale, che assumerebbe se fosse allattato dalla mamma.
- Dopo ogni pasto, sfregare delicatamente i genitali del micio con un dito ed una salvietta umida o un batuffolo di cotone. Questo movimento è infatti quello che compie la madre con la lingua, per stimolarli. I cuccioli non sono in grado di liberarsi da soli, ed in questo modo li si aiuta a urinare.
Cosa dare da mangiare al cucciolo
Il latte della mamma è insostituibile. Se ci si trova a dover nutrire un cucciolo abbandonato, è bene tener presente che le sue esigenze sono davvero specifiche, e che il latte di mucca, al contrario di quello che spesso si pensa, non è affatto la stessa cosa. L’ideale sarebbe dare al micio un apposito latte in polvere per gattini, reperibile nei negozi per animali o nelle farmacie. Si tratta di una formulazione pensata proprio per questi casi, ed è creata per dare al piccolo tutti i nutrimenti di cui ha bisogno. In alternativa, o finché non si ha modo di reperire il latte in polvere, è possibile provare a sostituirlo con latte di capra, in genere ben tollerato dal gattino.
In rete si trovano diverse ricette di cibo “casalingo” per micetti neonati, ma prima di somministrare qualunque alimento ad animali così giovani e delicati, è sempre meglio consultare il veterinario e seguire attentamente le sue indicazioni. Come abbiamo visto, le dosi variano dalle poche gocce a pasto dei primi giorni, sino ai 10 ml circa a pasto.
Quando e come svezzare il cucciolo
In genere i micetti sono pronti per lo svezzamento intorno al mese di vita. Quando hanno raggiunto la maturità sufficiente, il primo indicatore sarà il fatto che cominciano a mordicchiare la tettarella o la siringa che usiamo per dar loro da mangiare. Potremo allora provare a lasciare alla loro portata una ciotola di croccantini specifici per cuccioli. Le prime volte possiamo sbriciolarli leggermente, in modo da semplificare la masticazione. Se il gattino fatica a masticare adeguatamente o a deglutire, si può mescolare alle briciole un po’ di latte o acqua, in modo da ammorbidirle e semplificargli l’apprendimento.
I primi tempi è bene lasciare sempre a sua disposizione la ciotola del cibo, insieme ad una di acqua fresca. Ogni giorno il cibo va sostituito con una porzione fresca, soprattutto se le crocchette sono ammorbidite con acqua o latte, e tendono quindi ad ammuffire facilmente. In alternativa, si può cominciare ad abituarlo al cibo solido utilizzando omogeneizzati o liofilizzati (per gatti), sempre da somministrare inizialmente con siringa o cucchiaino, per poi metterli nella ciotola.
Suggerimenti utili
- Se si utilizza il biberon, non va mai schiacciato per velocizzare l’uscita del latte: sarà il gattino a spremere la tettarella con i suoi tempi.
- Seguire sempre attentamente e scrupolosamente le indicazioni del produttore per la preparazione del latte in polvere.
- Quando si stimolano i genitali, procedere sempre in direzione dalla pancia alla coda.
- Pesate il gattino ogni giorno: dovrebbe crescere almeno di 5 g al dì la prima settimana, per poi aumentare la crescita quotidiana fino anche al quadruplo!