Perché il gatto piange: si lamenta, anche di notte, ecco i motivi
Riconoscere il pianto del gatto
Quello del gatto non è un pianto come lo intendiamo noi umani. Innanzitutto è bene precisare che i gatti non lacrimano durante il pianto, ovvero le lacrime nei felini non sono collegate alla tristezza. Il pianto del gatto è un miagolio prolungato, sommesso e costante, simile ad un lamento insistente. Quando invece i miagolii sono a volume alto, è più probabile che si tratti di paura o rabbia oppure che, nel caso di una femmina intera, sia in calore. Vediamo alcune delle situazioni in cui è più frequente che Micio pianga.
Cucciolo che piange
Soprattutto se è appena arrivato in famiglia, è facile che il cucciolo pianga spesso. La separazione dalla mamma non è mai semplice, soprattutto se è avvenuta precocemente. Il micetto sente la sua mancanza, ed il pianto è l’unico modo che conosce per chiamarla a sé. Non è da sottovalutare nemmeno l’allontanamento dai fratellini, non solo per una questione di compagnia, ma anche perché i piccoli tendono a stare molto vicini per mantenere un’adeguata temperatura corporea.
Cerchiamo di avere pazienza, coccolare e rassicurare il micio, e lasciarlo solo il meno possibile. E’ bene preparargli una cuccia o un rifugio caldi ed accoglienti, ed i primi giorni lasciargli a disposizione uno spazio relativamente ristretto, ad esempio una stanza chiusa. Man mano che prende confidenza con il nuovo territorio, sarà più facile che si avventuri al di fuori dal suo cantuccio serenamente.
Gatto che piange di notte
A piangere di notte sono non solo i cuccioli, ma anche gli animali più anziani. Se infatti con l’età e gli acciacchi il gatto soffre di insonnia, è facile che si lamenti del silenzio e della solitudine della casa. Spesso inoltre il gatto che piange durante la notte soffre di qualche ansia, e sarebbe una buona idea consultare il veterinario per andare più a fondo e scoprire le radici del problema.
Una strategia che vale la pena tentare è quella di lasciare accesa una piccola lucina notturna, oppure radio o tv a volume bassissimo. Se a far piangere il gatto è il silenzio, il rumore sommesso potrebbe essere sufficiente a fargli compagnia.
Gatto che piange nel trasportino
I gatti sono animali altamente abitudinari. Il trasportino rappresenta qualcosa di sconosciuto, ed ancor più spaventoso diventa quando… si muove! Molti felini non apprezzano affatto gli spostamenti e le trasferte, che si tratti di essere trasportati a mano o in auto. Alcuni si sentono più a loro agio avendo la possibilità di guardare fuori dalla gabbietta ed osservare l’esterno. Altri, al contrario, si tranquillizzano solo quando viene coperto ogni spiraglio con un lenzuolino o una coperta. Per aiutare Micio ad abituarsi al trasportino, meglio lasciarglielo a disposizione in casa, dove con un cuscino diventerà un ottimo rifugio. In questo modo il gatto percepirà il trasportino come qualcosa di noto, e (forse) si spaventerà meno.
Gatto che piange sulla porta
E’ classica l’immagine del gatto seduto davanti ad una porta chiusa, che la fissa miagolando insistentemente. In particolare, ciò accade quando il padrone è oltre la porta, ed il gatto vuole assolutamente stare con lui. Succede spesso agli animali che instaurano con il proprietario un legame forte e duraturo, e che amano il contatto fisico, diventando letteralmente gelosi del loro umano.
Altri gatti miagolano davanti alla porta d’ingresso, piangendo per la mancanza del loro amico. Probabilmente l’animale che si comporta così soffre di solitudine, e ha bisogno di una dose extra di attenzioni. Per aiutarlo a distrarsi quando lo si lascia solo, si può lasciargli a disposizione qualche gioco stimolante, che metta alla prova la sua mente, così da non permettergli di annoiarsi e lasciarsi prendere dall’ansia.
Altri motivi del pianto nei gatti?
Naturalmente, tra le motivazioni che possono scatenare il pianto del gatto, ci sono anche fame, freddo, dolori o fastidi, desiderio di attenzioni. Il pianto infatti non è altro che la manifestazione di un disagio, fisico o psichico che sia. Una volta controllato che il cibo sia a disposizione e la temperatura adeguata, se nemmeno le coccole sono sufficienti a tranquillizzare il gatto, è necessario osservare attentamente il nostro amico peloso.
Monitorando le sue abitudini sarà facile notare variazioni dell’appetito, della frequenza in cui usa la lettiera, oppure comprendere quali eventi esterni scatenano il suo pianto. E’ poi consigliato consultare sempre il veterinario in caso di dubbi o di azioni inusuali del gatto. Trattandosi infatti di animali amanti della routine, i cambiamenti nella loro gestione quotidiana sono spesso indicativi di qualche problema sottostante.
Gatto che piange con le lacrime
Come abbiamo visto, il gatto non lacrima, o meglio: le lacrime non sono da collegare al pianto per tristezza. Se Micio ha gli occhi lucidi e lacrimosi, probabilmente soffre di qualche dolore o fastidio nella zona oculare, ed è meglio consultare immediatamente il veterinario. Potrebbe trattarsi di una semplice irritazione, oppure di una reazione allergica o polvere/corpi estranei nell’occhio. Trattandosi di una zona molto delicata, è meglio non utilizzare rimedi improvvisati, ma avvalersi sempre del parere dell‘esperto.
Consigli utili
- Quando arriva in casa un cucciolo, preparargli un ambiente caldo e confortevole da dove osservare la sua nuova casa. Prima di lasciarlo solo, meglio aspettare che si sia ambientato serenamente.
- Assicurarsi sempre che il gatto abbia a disposizione cibo ed acqua a sufficienza, e che la lettiera sia pulita.
- Abituare gradualmente il gatto alle nostre assenze: anche se sono animali indipendenti sentono eccome la nostra mancanza!
- Quando si lascia solo il gatto, mettergli a disposizione giochi stimolanti con cui distrarsi.
- Se Micio mostra paura o ansia, è importante cercare di risalire alla causa del problema e, se possibile, eliminarla. In alternativa, è possibile abituare gradualmente l’animale a ciò che lo intimorisce, in modo che impari a gestire l’ansia.
- Se il pianto diventa prolungato ed insistente e non si riesce a comprenderne la ragione, meglio consultare il veterinario. Allo stesso modo, il parere dell’esperto è indispensabile se agli episodi di pianto sono associate variazioni del normale comportamento del gatto.