Il traffico illecito di animali, cosa dice la legge

Il traffico illecito di animali, cosa dice la legge


Il traffico illecito di animali è un reato, ed esistono apposite leggi Europee per prevenirlo e punirlo legalmente. Purtroppo il sistema dell’illegalità trova in questo commercio una buona fonte di guadagno, sia sugli animali da compagnia che su quelli selvatici, ed è pertanto difficile da sradicare.

Gli animali in questione si trovano a viaggiare per l’Europa in condizioni disagevoli e malsane. Vengono trasportati rinchiusi in scatole, borse, bagagliai, camion o furgoni, ma anche per mare o in treno.

I cuccioli importati illegalmente arrivano in Italia dopo 10-11 ore di viaggio, per essere venduti sia in negozi e allevamenti che direttamente su internet, per strada o alle fiere itineranti.

A parità di razza, un cucciolo straniero può valere fino a 20 volte meno di uno italiano. Per esempio, un cucciolo ungherese costa 200 euro, ma una volta “diventato” italiano è venduto ad una cifra che oscilla tra i 500 ed i 1500 euro.

Il primo problema è che in questi casi i controlli sanitari sono scarsi o del tutto assenti. Gli animali vengono staccati precocemente dalla madre ed i loro documenti falsificati. Essi sono pertanto più a rischio di sviluppare problemi comportamentali e di salute, diventando più vulnerabili a diverse malattie. Tra esse ricordiamo la rabbia, pericolosa anche per l’uomo.

La Legge 201/2010

La Convenzione del Consiglio d’Europa in merito alla protezione degli animali risale al 1987. L’Italia ne ha firmato la ratificazione solo nel 2010, con ben 10 anni di ritardo (L 201/2010).
Lo scopo della normativa è agire a favore della salvaguardia degli animali, perseguendo e condannando i responsabili dei traffici illeciti. Le accuse a loro carico sono aggravate dal trasporto in condizioni inumane e dallo sfruttamento economico di creature indifese.
La zona di maggior provenienza dei carichi di cuccioli è l‘Est Europa, con un giro d’affari stimato sui 300 milioni di euro l’anno.
La L 201/2010 prevede una sanzione pecuniaria tra 3.000 e 15.000 euro e la reclusione fino ad un anno di carcere, per coloro che: “introducono, trasportano, cedono o ricevono animali senza sistema di identificazione e non muniti di certificazione sanitaria e, dove previsto, di passaporto individuale”.

L’art. 4 della stessa legge prevede aumenti di pena in caso che:

  • Gli animali abbiano un’età inferiore ai 12 mesi;
  • I cuccioli provengano da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria.

Gli animali oggetti del traffico vengono confiscati e dati in affidamento ad associazioni o enti specifici.

L’art. 5 si concentra sui casi che non rientrano nel penale, ad esempio se il traffico non è svolto con attività criminali organizzate. Il responsabile è soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie:

  • Da 100 a 1.000 euro per ogni animale introdotto privo di sistemi di identificazione individuale ;
  • Da 500 a 1.000 euro per ogni animale introdotto in violazione della legge, salva la possibile regolarizzazione ovvero per chiunque trasporti, ceda o riceva animali introdotti illegalmente ;
  • Da 1.000 a 2.000 euro per ogni animale introdotto o trasportato di età inferiore a 12 settimane o proveniente da zone sottoposte a misure.

Infine, la LAV (lega antivivisezione onlus), ha stimato come in Italia circa 200 mila cani vivano nei canili. Il numero dei gatti senza famiglia è ancora superiore. I veri amanti degli animali possono scegliere di adottare un amico, anziché acquistarlo. In questo modo il traffico illecito perderebbe di forza fino a spegnersi.