Il rapporto tra gatto e padrone, cosa sapere?

Il rapporto tra gatto e padrone, cosa sapere?


Il gatto non è un animale anaffettivo e solitario, come spesso pensa soprattutto chi non conosce questo splendido animale. E’ vero che il gatto è tendenzialmente un animale altamente indipendente. Questo non significa affatto che non accetti di buon grado la compagnia (umana o animale) e che non ne goda: essere indipendenti significa sapersela cavare da soli in un ambiente favorevole, non vivendo come indispensabile la vicinanza di altri esseri.

Sebbene non sia sociale, il gatto è certamente un animale relazionale. I gatti randagi ad esempio tendono ad organizzarsi in colonie, per ottimizzare le loro capacità di sopravvivenza.

Non è raro tuttavia vedere gattoni randagi solitari, a testimonianza del fatto che, se la situazione lo permette, il gatto vive bene anche da solo. Un gatto che sin da cucciolo è stato circondato da esseri umani, tenderà a non averne paura, ed a lasciarsi avvicinare con relativa facilità.

Come il gatto vede il padrone

Il gatto è sicuramente in grado di riconoscere il suo padrone, sia dall’odore che dal suono della sua voce. Molto del rapporto dipende anche da quando il gatto è stato staccato dalla mamma per vivere con il “suo” umano, e dalla relazione che si è instaurata nei primi tempi.

Un gatto piccolo  probabilmente tenderà a vedere nell’uomo una specie di gattone-mamma, un punto di riferimento a cui chiedere nutrimento e coccole.

Un gatto che invece si è relazionato con l’uomo più tardi, resterà sempre più riservato, ma non per questo non svilupperà nessun legame con chi lo accudisce. In nessun caso tuttavia il gatto instaurerà una relazione di dipendenza e fedeltà paragonabile a quella del cane. Il gatto infatti si rapporta con l’uomo come un suo pari: può avere simpatie, preferenze, antipatie.

A seconda del carattere si dimostrerà più o meno affettuoso, più o meno giocherellone, e potrebbe cercare la compagnia dell’uomo molto spesso o quasi mai durante la giornata. In ogni caso comunque il gatto stringe una relazione paritaria: ci vuole tempo e  pazienza per conquistare la sua fiducia, e se per caso la perdiamo, il rapporto sarà irrimediabilmente rotto.

Ovviamente molto dipende dalle caratteristiche di indole di ognuno, perciò è possibile trovare gatti così uniti al padrone da seguirli tranquillamente in vacanza o in trasloco, mentre altri, pur riconoscendo il loro proprietario, non esiteranno ad allontanarsi se lo riterranno opportuno.

A quante persone si affeziona un gatto?

Tendenzialmente il gatto si mostra più legato ad una persona in particolare tra tutti i membri della famiglia. Si può capire chi sia il suo preferito osservando da chi va a cercare coccole, chi chiama quando cerca il cibo, a chi sale in braccio spontaneamente. Attenzione però: non coccolare gli altri membri della famiglia non significa affatto che il gatto non sia interessato a loro o non voglia loro bene!

Se cambia padrone il gatto soffre?

Difficile dire se un gatto soffra o meno la mancanza del proprietario, per lo meno per come noi uomini intendiamo il sentimento di mancanza. In genere, è possibile lasciare il gatto da solo a casa con più facilità e meno accorgimenti di quelli necessari quando si lascia qualche giorno un cane. Sicuramente il gatto è in grado di riconoscere il suo proprietario, per cui non c’è ragione di pensare che non si accorga di un eventuale “cambiamento di umano“.

Quello che possiamo dire, però, è che se il gatto sente la mancanza del padrone, è anche in grado di adattarsi ad una nuova situazione, purché il nuovo proprietario sia disposto a spendere tempo ed impegno a conquistare la fiducia dell’animale, con pazienza e perseveranza.

Trattando infatti gli uomini come suoi pari, il gatto sarà disposto a “lasciar andare” l’umano che per qualche motivo non può occuparsi di lui, ed a dare una possibilità ad una new entry nella sua vita.

Come capire se il gatto ci vuole bene

Il gatto utilizza molteplici modalità per farci sapere che si fida di noi, che ci vuole bene e che ci riconosce come parte della sua famiglia. I più comuni sono sicuramente i gesti del fare il pane ed il fare le fusa. Sono atteggiamenti che indicano piacere e relax, che il gatto riserva alle situazioni ed alle persone che più gli forniscono benessere.

In caso di gatti riservati però, o che non apprezzano particolarmente il contatto fisico, ci sono altri modi di capire che non gli siamo indifferenti. Uno sguardo languido, magari da lontano, con gli occhi socchiusi, indica che il gatto in nostra presenza si sente al sicuro e che si fida di noi: non si tratta forse di una dimostrazione di affetto, da parte di un animale tanto indipendente? Altre volte il gatto segue il padrone di stanza in stanza, o ama dormire sulle sue ginocchia o sul suo letto.

Alcuni animali, soprattutto se hanno la possibilità di uscire liberamente in giardino, portano in casa animaletti morti: mosche, lucertole, uccellini. Per quanto disgustosi sembrino questi regalini, essi sono un segnale di affetto, dato che con questi doni il gatto vuole mostrarci quanto è stato bravo, e che possiamo essere fieri di lui.

Come dimostrare affetto al gatto

Dal canto nostro, ci sono molti modi in cui possiamo dimostrare al nostro amico quanto gli vogliamo bene. Non solo coccole e carezze, ma anche semplici gesti quotidiani che possono rassicurare il nostro gatto della nostra vicinanza e del nostro impegno a prenderci cura di lui. Giocare insieme, provvedere alla sua pappa e all’acqua fresca, garantirgli accesso alla casa o all’esterno in libertà… sono tutti gesti che il gatto è in grado di riconoscere, e che senza dubbio contribuiranno a stringere il legame tra di noi.

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