Il parto di mamma gatta, cosa sapere e cosa fare?

Il parto di mamma gatta, cosa sapere e cosa fare?


Finalmente la gravidanza è finita, dopo una lunga attesa, la nostra gatta è arrivata al momento del parto. Dopo due mesi o poco più di gestazione, in cui abbiamo visto crescere lentamente il suo pancione, ecco che mamma gatta si prepara a dare alla luce i suoi cuccioli. Ce ne accorgeremo perché sarà facile notare in lei un atteggiamento sempre meno attivo ma, allo stesso tempo, molto irrequieto.

Cosa preparare

Sarà necessario predisporre, in un luogo della casa un po’ appartato e ben riscaldato, una cesta con un morbido cuscino adatto all’occasione. È bene che la cesta sia larga, per dar modo alla neomamma di muoversi senza rischiare di schiacciare i gattini, e che abbia il bordo basso, in modo che riesca facilmente ad accedervi.

Come possiamo capire quando manca poco al lieto evento?

Nelle ventiquattr’ore che precedono il parto, la temperatura rettale della gatta (che normalmente si aggira sui 38,5) si abbassa a valori di 37,2-37,8. Le mammelle diventano turgide e ad una leggera pressione sul capezzolo fuoriesce già del latte. La gatta si mostra tranquilla ed affettuosa, alla continua ricerca di carezze ed attenzioni. Bisogna condurla alla sua cesta, tranquillizzandola ed accarezzandola per infonderle sicurezza. Alcune gatte si recano d’istinto nella lettiera, scavando e accovacciandosi come se dovessero defecare o urinare: occorre riportarle, con pazienza, nella cesta. In alcuni casi le gatte hanno, qualche giorno prima del parto, delle perdite vaginali inodori biancastre o appena striate di sangue. È del tutto normale: si tratta del tappo mucoso che si scioglie quando inizia a dilatarsi la cervice. Poco prima dell’inizio delle “spinte”, il respiro diventa più frequente, le fusa sono più rumorose.

Il parto della gatta

Alcune gatte, se particolarmente nervose, possono iniziare ad ansimare, spalancando la bocca e facendo fuoriuscire la lingua con il respiro molto accelerato. All’inizio le contrazioni sono molto distanziate, poi diventano sempre più frequenti; la vulva inizia a dilatarsi, compare il primo sacchetto amniotico, simile ad un palloncino ripieno di liquido.

La nostra gatta sceglierà quindi la posizione per lei più adatta: si può mettere in decubito, stendersi di lato, oppure sedersi come se stesse defecando. Inizierà a girarsi continuamente, a leccarsi, romperà gli invogli e comparirà così, il primo piccolo. Il gattino si può presentare con la testa, con il codino, o con una zampetta posteriore; fortunatamente la presentazione podalica (peraltro molto frequente) non comporta difficoltà nel parto.

Dott. Diego Manca