
Eredità ed animali domestici, lasciare i propri beni a cane o gatto
È sempre più frequente la richiesta di poter lasciare i propri beni in eredità all’animale domestico.
Alcune persone desiderano infatti garantire il benessere al proprio amico a 4 zampe anche dopo la loro morte, ma non sanno bene come fare e temono che le loro disposizioni non vengano poi eseguite.
In realtà è possibile far sì che i propri beni vengano impiegati affinché all’animale venga garantito il giusto benessere, ma bisogna conoscere a fondo la disciplina prevista dal Codice Civile.
Lasciare in eredità del denaro o dei beni direttamente al proprio animale non è possibile: questo tipo di disposizioni sono considerate nulle.
La Legge italiana non consente infatti di lasciare direttamente i propri beni per disposizione testamentaria ad un animale. Gli animali vengono a loro volta qualificati come beni mobili, quindi non possono essere nominati eredi diretti.
Per far sì che i beni siano utilizzati per il benessere del pet è necessario redigere un testamento in cui siano inserite delle disposizioni che assicurino che l’animale risulti il beneficiario di tutta o parte della quota disponibile del patrimonio, nominando una persona fisica o giuridica come amministratore delle somme riservate all’animale.
Inoltre può essere nominato un esecutore testamentario che ha il compito di controllare e vigilare sulla corretta attuazione delle disposizioni testamentarie.
Secondo la legge italiana può fare testamento chi ha raggiunto la maggiore età e può essere di tipo:
- Olografo, scritto a mano dalla persona stessa indicando nome, cognome, data firma, dati del beneficiario e oggetto del lascito. Una copia del testamento è bene lasciarla ad un Notaio per tutela in caso di furto, smarrimento o manomissione;
- Pubblico, cioè redatto dal Notaio. È la forma di testamento più sicura, in quanto il soggetto può ricevere tutto il supporto tecnico necessario e può avere una maggiore garanzia per la conservazione del documento.
Curiosità: il gatto Tommasino
Nel 2011, il gatto Tommasino ha ereditato dalla padrona circa 10 milioni di euro.
La signora, non aveva parenti e viveva in compagnia del suo amico a quattro zampe. Era un’animalista convinta e fino in fondo ha tenuto fede al suo amore per gli animali.
Tommasino è diventato da un giorno all’altro proprietario di una villa all’Olgiata (Roma), di due appartamenti a Milano e a Roma, di diversi conti correnti bancari e di alcuni terreni in Calabria per un valore stimato complessivamente nell’ordine dei 10 milioni.
Nel testamento olografo era stato istituito un legato a favore della persona, fisica o giuridica, o dell’associazione animalista che sarebbe stata individuata dagli esecutori testamentari e che sarebbe divenuta erede del patrimonio con l’onere di occuparsi del gatto e degli altri animali abbandonati.
Dopo un anno di ricerca e di verifica approfondita di possibili candidati da tutta Italia, molti dei quali ritenuti sospetti, la scelta è alla fine ricaduta sull’infermiera professionale che si era presa amorevolmente cura della signora fino alla fine. Con lei l’infermiera condivideva l’amore per i cani e i gatti, ed era la più adatta a interpretare al meglio le volontà della signora.
Una parte della cifra, prevede espressamente il testamento, va al solo Tommasino. Ma a lui, per star bene, in fondo bastano un po’ di latte, qualche scatoletta e tante coccole. Come a tutti i gatti “poveri” della terra.